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L’umidità di risalita non sarà più un problema con queste soluzioni efficaci e durature

Da Redazione

Ottobre 29, 2025

L’umidità di risalita non sarà più un problema con queste soluzioni efficaci e durature

Chi vive in edifici storici o in abitazioni costruite senza adeguate barriere isolanti conosce bene gli effetti dell’umidità di risalita: intonaci che si sgretolano, macchie scure, odore di muffa e quella sensazione di freddo persistente che sembra impossibile eliminare. Non si tratta di un difetto estetico, ma di un fenomeno fisico legato alla struttura stessa dei muri, che agiscono come spugne assorbendo l’acqua dal terreno.

La vera sfida non è nascondere i segni visibili, ma interrompere il processo alla radice, restituendo alla muratura la capacità di respirare senza accumulare umidità. Le soluzioni oggi disponibili non si limitano a mascherare il problema: offrono strumenti concreti per bonificare, proteggere e prevenire.

Capire l’umidità di risalita: un fenomeno invisibile ma continuo

L’acqua presente nel sottosuolo si muove per capillarità, risalendo attraverso i pori dei materiali da costruzione — mattoni, pietra, malta, tufo — fino a raggiungere anche un metro o più d’altezza. Durante questo percorso, trascina con sé sali minerali disciolti (nitrati, cloruri, solfati), che cristallizzano quando l’acqua evapora, provocando rigonfiamenti e degrado superficiale.

L’umidità di risalita è quindi un ciclo costante: l’acqua sale, evapora, lascia sali, e ricomincia. È per questo che pitture e intonaci “miracolosi” durano poco: agiscono in superficie, ma non interrompono il meccanismo alla base.

Riconoscere i sintomi è il primo passo: macchie lungo il perimetro dei muri, pittura scrostata, intonaco che si sfarina al tatto, efflorescenze bianche e odore di chiuso. In ambienti poco ventilati, il problema può evolversi in muffe e deterioramento strutturale.

L’importanza di una diagnosi corretta

Ogni intervento serio parte da un’analisi accurata. Le cause di umidità possono essere diverse — risalita capillare, infiltrazioni laterali, condensa o guasti agli impianti — e una diagnosi errata porta spesso a soluzioni inefficaci o controproducenti.

Il tecnico specializzato effettua misurazioni igrometriche e termografiche per valutare il livello di saturazione dei materiali, la presenza di sali e la profondità dell’umidità. Solo conoscendo il comportamento della muratura si può scegliere la strategia più adatta: bloccare la risalita, favorire l’evaporazione o isolare il contatto con il terreno.

1. Barriere chimiche: bloccare la risalita

Una delle tecniche più diffuse è la creazione di una barriera chimica orizzontale che interrompe il passaggio dell’acqua per capillarità. Si realizza tramite iniezioni di prodotti idrofobizzanti — a base di silani, silossani o resine siliconiche — all’interno della muratura, a intervalli regolari lungo la linea di base.

Il prodotto penetra nei pori e forma una pellicola invisibile che respinge l’acqua ma lascia passare il vapore. In questo modo, la parete può asciugarsi gradualmente senza subire nuovi apporti d’umidità.

È un intervento minimamente invasivo, adatto sia a edifici storici che a costruzioni recenti, ma deve essere eseguito con materiali compatibili e da professionisti esperti: dosaggi, pressioni e tempi di reazione variano in base al tipo di muratura.

2. Taglio meccanico o barriera fisica: soluzione definitiva per casi gravi

Nei casi più compromessi, quando la muratura è fortemente impregnata e i sali hanno già danneggiato l’intonaco, si può optare per la barriera fisica.
Questa tecnica prevede l’inserimento di uno strato impermeabile — in acciaio inox, PVC o vetroresina — alla base del muro, dopo aver praticato un taglio orizzontale controllato.

È un intervento radicale e strutturalmente impegnativo, ma garantisce un risultato duraturo: la risalita viene fisicamente interrotta, impedendo all’acqua di proseguire.
Richiede competenze specialistiche e una valutazione attenta della stabilità dell’edificio, ma nei casi in cui le altre tecniche falliscono, rappresenta una soluzione definitiva.

3. Sistemi elettrofisici: invertire la polarità dell’acqua

Una metodologia più recente e meno invasiva sfrutta i principi dell’elettroosmosi attiva. Il sistema genera un debole campo elettrico a bassa tensione che modifica la polarità delle molecole d’acqua, spingendole verso il basso invece che verso l’alto.

L’efficacia si basa su un fenomeno fisico naturale: l’acqua si muove lungo i potenziali elettrici presenti nei capillari della muratura. Alterando tale equilibrio, la risalita viene progressivamente annullata.

Questi dispositivi, installati senza lavori invasivi, richiedono solo manutenzione minima e possono essere un’ottima scelta per edifici vincolati o abitati.

4. Intonaci deumidificanti e traspiranti

Interrompere la risalita è essenziale, ma altrettanto importante è permettere ai muri di asciugarsi. Dopo la bonifica, è necessario sostituire l’intonaco deteriorato con uno deumidificante, in grado di favorire l’evaporazione e trattenere i sali senza rigonfiarsi.

Gli intonaci a base di calce naturale, pozzolana o NHL (calce idraulica naturale) sono i più indicati per la loro traspirabilità e compatibilità con materiali antichi.
Evita invece i prodotti acrilici o cementizi troppo compatti, che intrappolano l’umidità e accelerano il degrado.

La stratigrafia corretta prevede un rinzaffo macroporoso, uno strato deumidificante e una finitura traspirante. Un sistema ben realizzato mantiene il muro asciutto e stabile nel tempo.

5. Ventilazione naturale e microclima interno

Anche la casa più isolata ha bisogno di respirare. L’umidità di risalita, se combinata a scarsa ventilazione, peggiora rapidamente la qualità dell’aria e favorisce muffe e condense.
Integrare sistemi di ventilazione meccanica controllata o semplicemente creare percorsi d’aria naturale può cambiare radicalmente il microclima interno.

Le pareti asciutte non solo migliorano l’efficienza termica, ma impediscono il proliferare di batteri e spore, rendendo gli ambienti più salubri.
Un buon equilibrio tra temperatura, umidità e ricambio d’aria è parte integrante della soluzione.

6. Drenaggi e isolamento esterno

In molte abitazioni a piano terra o seminterrate, l’umidità risale perché manca un adeguato drenaggio del terreno. Intervenire dall’esterno, quando possibile, è la soluzione più completa.

La creazione di un vespaio aerato o di un canale drenante lungo il perimetro permette di allontanare l’acqua dal contatto diretto con le fondazioni. L’aggiunta di membrane impermeabili o guaine bentonitiche protegge ulteriormente le pareti interrate.

Nei casi in cui non sia possibile agire all’esterno, si può adottare una barriera interna ventilata: un’intercapedine che favorisce l’asciugatura e separa il muro dalla finitura interna.

7. Trattamenti antisale e consolidamento murario

Quando il problema è già avanzato e i sali cristallizzati hanno indebolito la muratura, è necessario bonificare e consolidare.
I trattamenti antisale a base di impacchi di argilla o impasti assorbenti estraggono i sali residui, mentre i consolidanti a base di silicati o nanocalci rafforzano la coesione del materiale.

Queste operazioni devono essere eseguite con precisione e solo dopo l’eliminazione della causa dell’umidità, altrimenti il processo di degrado riprende.

8. Soluzioni preventive per nuove costruzioni

Nel caso di nuove abitazioni, prevenire è più semplice che curare. Durante la fase di costruzione, si può installare una barriera impermeabile alla base delle murature, realizzata con fogli bituminosi o guaine sintetiche.
Abbinata a una corretta ventilazione del vespaio e a materiali isolanti drenanti, questa misura evita completamente la formazione di umidità di risalita.

La progettazione consapevole è il miglior investimento per evitare interventi futuri complessi e costosi.

9. Manutenzione e controlli periodici

Una volta risolto il problema, la manutenzione gioca un ruolo decisivo. Le cause dell’umidità possono ripresentarsi nel tempo, soprattutto in zone con alta falda o su terreni argillosi.

Controllare periodicamente le guaine, le giunzioni, i punti di contatto con il terreno e gli scarichi pluviali consente di prevenire accumuli d’acqua indesiderati.
Anche la pulizia dei muri esterni e la rimozione di vegetazione a ridosso delle pareti riducono la ritenzione d’umidità.

10. Il valore della professionalità

Le soluzioni “fai da te” o i prodotti universali raramente risolvono un problema strutturale come l’umidità di risalita. Serve una visione d’insieme, una competenza tecnica che integri conoscenza dei materiali, fisica dell’edificio e sensibilità estetica.

Un intervento eseguito con metodo non solo elimina il disagio, ma preserva il valore dell’immobile, migliora l’efficienza energetica e restituisce vivibilità agli spazi.
L’obiettivo non è avere pareti asciutte per qualche mese, ma ristabilire un equilibrio duraturo tra struttura e ambiente.

L’umidità di risalita, se affrontata con consapevolezza, non è una condanna. È un problema che si può risolvere in modo definitivo attraverso una combinazione di diagnosi accurata, tecnologie mirate e manutenzione intelligente. La casa torna a respirare, l’aria si alleggerisce e il comfort si percepisce non solo con gli occhi, ma con il corpo.

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