Provenzano: “L’Italia non resti l’ultima a riconoscere lo Stato di Palestina”
di Redazione
15/10/2025
Nel suo intervento alla Camera, durante il dibattito seguito all’informativa del ministro degli Esteri Antonio Tajani, il responsabile Esteri del Partito Democratico, Peppe Provenzano, ha espresso con forza la posizione del partito sulla crisi in Medio Oriente, chiedendo un cambio di passo nella politica estera italiana e un impegno più incisivo per il riconoscimento dello Stato di Palestina.
“Una tregua tardiva, ma necessaria”
Provenzano ha definito la tregua in atto a Gaza “un sollievo, ma senza illusioni”, ricordando come il cessate il fuoco sia stato chiesto dal Pd fin dal 7 ottobre. “Fermare la carneficina è sempre stata la priorità assoluta – ha dichiarato – e non ci interessa chi l’abbia resa possibile: gli Stati Uniti, che hanno coperto i crimini di Netanyahu, o il Qatar, che aveva finanziato Hamas. Era un dovere morale”.
Nel suo intervento, l’esponente dem ha criticato la gestione diplomatica del governo italiano e dei leader europei, giudicandola marginale e priva di visione. “A Sharm el Sheikh – ha detto – i capi di Stato europei erano comparse. L’Italia non è stata parte attiva di questo processo di tregua”. Provenzano ha poi rilanciato la proposta, avanzata già nel 2023, di una missione internazionale di peacekeeping sotto mandato ONU, con il coinvolgimento diretto dei paesi arabi impegnati nella ricostruzione della Striscia.
“Riconoscere lo Stato di Palestina è un atto dovuto”
Il discorso si è fatto più politico quando Provenzano ha chiamato in causa la responsabilità dell’Italia di fronte al mancato riconoscimento della Palestina come Stato sovrano. “Oggi oltre 150 paesi lo hanno già fatto – ha ricordato – e il ministro Tajani ci dice che il momento non è ancora arrivato. Ma quanto tempo dovremo ancora aspettare? L’Italia non può restare l’ultima”.
Per Provenzano, “il riconoscimento dello Stato di Palestina non è un gesto simbolico, ma il presupposto per ridare dignità al popolo palestinese e riaprire la via dei due Stati”. Ha poi aggiunto: “La pace non si costruisce con chi non la vuole: Netanyahu non la vuole. È tempo di liberare l’Italia da questo vincolo politico e morale con un governo che non riconosce l’umanità dell’altro”.
L’intervento, applaudito dai banchi del Pd e delle opposizioni, segna una presa di posizione netta nel dibattito parlamentare, in un momento in cui la diplomazia europea appare divisa e timida di fronte a una crisi che rischia di ridefinire gli equilibri geopolitici del Mediterraneo.
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