Napoli, parte il progetto “Occhio al truffatore”: la Polizia Locale nei cimiteri per proteggere gli anziani
Da Redazione
Ottobre 17, 2025
 
				
				
				Da sabato 18 ottobre la Polizia Locale di Napoli avvierà i servizi di community policing nei cimiteri cittadini, nell’ambito del progetto “Occhio al truffatore”, finanziato dal Fondo nazionale per la prevenzione e il contrasto delle truffe agli anziani. Un’iniziativa che punta a rafforzare il presidio di prossimità e la relazione diretta tra istituzioni e cittadini, in particolare con quella fascia di popolazione più vulnerabile alle frodi e agli inganni.
La sicurezza come relazione di fiducia
Il progetto, che prenderà avvio nei cimiteri di Poggioreale e Soccavo, prevede la presenza costante di Ufficiali e Agenti di Polizia Locale impegnati nel dialogo con i cittadini. Gli operatori distribuiranno materiale informativo, offriranno indicazioni pratiche per riconoscere i tentativi di truffa e raccoglieranno segnalazioni utili per migliorare il controllo del territorio.
L’obiettivo non è solo quello di garantire una vigilanza attiva nei luoghi più frequentati nel periodo della commemorazione dei defunti, ma di costruire una rete di consapevolezza e collaborazione che coinvolga famiglie, istituzioni e terzo settore.
Il programma sarà esteso progressivamente a tutti e nove i cimiteri cittadini, accompagnando i napoletani per l’intero periodo autunnale, quando si registra un’intensificazione delle presenze nei luoghi di culto e memoria.
Una città più attenta e solidale
“Vogliamo rafforzare la presenza della Polizia Locale nei luoghi frequentati dagli anziani e dalle famiglie, offrendo non solo protezione, ma anche strumenti di conoscenza – ha spiegato l’Amministrazione Comunale –. Il contatto diretto con i cittadini è la chiave per prevenire le truffe e costruire una rete di fiducia che renda Napoli una città più attenta, solidale e sicura.”
“Occhio al truffatore” si inserisce in un più ampio piano di prevenzione e tutela delle persone anziane, volto a promuovere il rispetto, la partecipazione e la sicurezza relazionale attraverso iniziative di prossimità e ascolto.
Il modello di community policing adottato rappresenta una pratica innovativa di sicurezza urbana partecipata: la presenza degli agenti non è percepita come mero controllo, ma come presidio umano e dialogante, capace di intercettare i bisogni e di restituire fiducia nelle istituzioni.
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