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Giugliano, arrestato per combustione illecita di rifiuti: condanna a un anno e quattro mesi

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di Redazione

23/09/2025

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Un uomo di 65 anni, residente nella provincia di Napoli, è stato arrestato dai Carabinieri forestali con l’accusa di illecita combustione di rifiuti nell’area industriale di Giugliano in Campania, nei pressi della zona ASI. L’operazione è stata condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord.

L’arresto in flagranza e le nuove norme ambientali

L’uomo è stato identificato in maniera precisa dai militari mentre dava fuoco a rifiuti di varia natura, un comportamento che rientra tra i reati ambientali per i quali è possibile procedere con l’arresto in flagranza o in differita entro 48 ore. Si tratta di uno degli strumenti introdotti per rendere più incisiva la lotta contro i crimini ambientali, particolarmente diffusi nell’area giuglianese, spesso indicata come uno dei punti più critici del cosiddetto “triangolo della Terra dei Fuochi”.

L’arresto è stato convalidato dall’Autorità giudiziaria che ha disposto per l’indagato la misura degli arresti domiciliari. Poche ore dopo, davanti al Tribunale di Napoli Nord, si è svolto il giudizio con rito direttissimo che ha portato a una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa.

Un segnale contro i roghi tossici

Il provvedimento rappresenta un ulteriore passo verso il rafforzamento del contrasto ai roghi tossici che continuano a segnare il territorio giuglianese. Ogni episodio di combustione illecita produce conseguenze ambientali e sanitarie gravi, immettendo nell’aria sostanze nocive che colpiscono intere comunità. La Procura ha evidenziato come questi reati debbano essere perseguiti con fermezza, non solo per la tutela del paesaggio e del decoro urbano, ma soprattutto per la salvaguardia della salute pubblica.

Il caso dimostra l’importanza di un’azione investigativa capillare e del coordinamento tra forze dell’ordine e magistratura. A confermarlo è stata la stessa procuratrice facente funzione, Anna Maria Lucchetta, che ha ribadito l’impegno dell’ufficio giudiziario di Aversa nel contrasto a condotte che compromettono in maniera irreparabile il futuro ambientale del territorio.

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