FOM@PLAY, a Bruxelles il bilancio sul diritto alla mobilità nell’UE
Da Redazione
Settembre 26, 2025

Al Parlamento Europeo di Bruxelles si è chiuso il progetto FOM@PLAY – Libertà di Movimento nell’UE. Identità e Discorsi Transnazionali, un lavoro di ricerca durato tre anni che ha coinvolto università e studiosi di diversi Paesi europei e che ha portato al centro del dibattito accademico e politico la mobilità come diritto fondamentale, ma anche come esperienza personale complessa e non sempre garantita.
Un progetto internazionale e tre anni di indagini
Coordinato dall’Università di Murcia, il progetto ha visto la partecipazione di atenei spagnoli (Granada e Zaragoza), francesi (Perpignan) e italiani (Napoli L’Orientale e Parthenope). La ricerca condotta da L’Orientale, guidata dalla professoressa Katherine E. Russo con un team di oltre venti studiosi e studiose, ha avuto come oggetto un’ampia raccolta di testimonianze: 100 interviste a persone di età compresa tra i 20 e gli 85 anni, provenienti da Paesi UE come Germania, Polonia, Grecia, Francia, Olanda, Portogallo, Spagna e Romania, ma anche da Paesi confinanti non appartenenti all’Unione, come Ucraina, Albania e Regno Unito.
Dalle testimonianze emerge con forza che la libertà di movimento, pur formalmente riconosciuta dai Trattati, resta una sfida concreta e mai del tutto consolidata. Brexit e la pandemia da COVID hanno segnato duramente questo diritto, mettendo in evidenza la sua fragilità e la necessità di rafforzarne le garanzie.
La mobilità come esperienza individuale e trasformativa
Il lavoro di ricerca ha mostrato un aspetto fondamentale: la mobilità non è mai uguale per tutti, ma rappresenta un’esperienza unica e irripetibile, che cambia con il tempo e con le condizioni sociali e politiche. I racconti raccolti descrivono identità che si trasformano, percorsi che intrecciano lingue, paesi e memorie, creando un senso di appartenenza che va oltre le categorie tradizionali di “ospite” e “cittadino”.
Un focus importante ha riguardato anche i flussi verso Napoli e la Campania, territori che negli ultimi anni hanno visto crescere le dinamiche di mobilità e che diventano sempre più luoghi di intreccio culturale e identitario. Come sottolinea Russo, “col passare degli anni, cambia il modo in cui le persone parlano di sé: non si sentono più solo ospiti, ma parte di un racconto più ampio”.
La chiusura del progetto a Bruxelles, con la partecipazione di cinquanta personalità del mondo accademico e politico, ha rappresentato non solo il momento finale di un percorso di ricerca, ma anche l’avvio di una riflessione pubblica sulla necessità di mantenere vivo e rafforzato un diritto che definisce l’identità stessa dell’Unione Europea.
Articolo precedente
Terra dei Fuochi, il vertice di Caserta e il ruolo di Arpa Campania
Articolo successivo
Come muoversi a Napoli: trasporti pubblici e consigli
Redazione
Articoli correlati

Napoli rafforza il suo impegno contro il cambiamento climatico
Ottobre 02, 2025