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Diplomi facili a Sant’Antimo: indagini su dirigenti, docenti e studenti

Da Redazione

Settembre 24, 2025

Diplomi facili a Sant’Antimo: indagini su dirigenti, docenti e studenti

La Procura della Repubblica di Napoli Nord ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di un dirigente scolastico, un vice preside, diversi docenti e studenti di un istituto paritario di Sant’Antimo, nell’hinterland napoletano. Le accuse riguardano il rilascio fraudolento di diplomi di scuola secondaria di secondo grado, frutto – secondo gli inquirenti – di un sistema organizzato che avrebbe aggirato i requisiti minimi di frequenza delle lezioni.

Le indagini della Guardia di Finanza

L’inchiesta, condotta dal Gruppo di Frattamaggiore della Guardia di Finanza nell’ambito di un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha ricostruito un meccanismo ben preciso. I docenti avrebbero attestato falsamente la presenza in aula di studenti che, in realtà, si trovavano a centinaia di chilometri di distanza, in città come Milano e Bologna o addirittura in prossimità del confine al Brennero.

Gli accertamenti hanno riguardato in particolare l’anno scolastico 2023/2024 e hanno messo in luce come, a fronte del pagamento di rette consistenti, agli studenti fosse garantito l’accesso all’esame di Stato e la possibilità di ottenere il diploma. Alcuni di loro avrebbero conseguito addirittura valutazioni superiori ai 70/100, nonostante l’assenza pressoché totale in aula.

Il reato contestato e i risvolti

La Procura contesta agli indagati il reato di falso ideologico in concorso, ritenendo che la falsificazione sistematica dei registri di classe abbia alterato il corretto svolgimento dell’attività didattica e compromesso la validità dei titoli rilasciati. L’indagine si inserisce in un quadro più ampio di controlli volti a garantire la trasparenza e l’integrità del sistema scolastico, un settore che negli ultimi anni ha visto crescere il fenomeno delle cosiddette “diplomifici”.

La vicenda di Sant’Antimo solleva interrogativi non soltanto sulla responsabilità penale dei soggetti coinvolti, ma anche sulla tutela degli studenti che hanno conseguito titoli regolari e che rischiano ora di veder offuscato il proprio percorso. La Procura, guidata dalla procuratrice facente funzione Anna Maria Lucchetta, ha sottolineato l’importanza di colpire queste pratiche che minano la credibilità dell’istruzione e creano ingiustizie profonde.

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