Arresto a Giugliano per roghi illeciti: condanna a un anno e quattro mesi
Da Redazione
Settembre 25, 2025

Un uomo di 65 anni, residente nella provincia di Napoli, è stato arrestato dai Carabinieri Forestali del Gruppo NIPAAF (Nucleo Investigativo di Polizia Agroalimentare e Forestale) con l’accusa di illecita combustione di rifiuti nell’agro di Giugliano in Campania, nei pressi della zona ASI. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, rappresenta un nuovo tassello nella lotta al fenomeno dei roghi tossici che da anni affliggono l’area.
L’arresto in flagranza e la procedura applicata
L’indagato è stato sorpreso mentre dava fuoco a materiali di scarto, pratica che oltre a costituire reato ambientale genera emissioni altamente nocive per la salute pubblica e per l’ecosistema. I militari lo hanno identificato in maniera precisa e documentata, applicando lo strumento dell’arresto in flagranza o in differita, reso possibile grazie all’inserimento dei reati ambientali tra quelli che consentono l’esecuzione dell’arresto entro 48 ore. Una scelta normativa che permette di intervenire con maggiore efficacia contro un fenomeno difficile da arginare, spesso legato ad abitudini radicate e a interessi illeciti.
La decisione del Tribunale di Napoli Nord
Dopo la convalida dell’arresto da parte dell’Autorità Giudiziaria, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari. Il procedimento è stato trattato con rito direttissimo dal Tribunale di Napoli Nord, che lo ha condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, con pena sospesa. Una sanzione che, pur tenendo conto della sospensione, rappresenta un segnale concreto: le istituzioni giudiziarie intendono applicare con fermezza le norme in materia ambientale, ribadendo che la combustione illecita dei rifiuti non è una pratica tollerabile né trascurabile.
L’episodio si inserisce in un quadro più ampio di attenzione crescente verso la cosiddetta “Terra dei Fuochi”, dove le autorità intensificano controlli e interventi mirati. Ogni arresto contribuisce a consolidare l’idea che la repressione del fenomeno non sia più affidata a sole campagne di sensibilizzazione, ma passi attraverso azioni investigative mirate e conseguenze penali immediate.
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