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Stadio Maradona, il nodo del terzo anello e le soluzioni per ridurre vibrazioni e disagi

Da Redazione

Ottobre 02, 2025

Stadio Maradona, il nodo del terzo anello e le soluzioni per ridurre vibrazioni e disagi

La discussione sul futuro del terzo anello dello Stadio Diego Armando Maradona continua a occupare con forza il dibattito cittadino. Il tema è tornato al centro dell’attenzione durante la commissione Ambiente, presieduta da Carlo Migliaccio, che ha visto la partecipazione dell’assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza e dei rappresentanti dei comitati dei residenti di Fuorigrotta. Il punto critico resta l’impatto acustico e vibrazionale che questa struttura, realizzata per i Mondiali del 1990, ha generato negli anni sulle abitazioni circostanti.

Un problema storico con radici nel progetto originario

Il terzo anello fu costruito in acciaio per aumentare la capienza dell’impianto, ma già nel 2004 una perizia tecnica ne aveva evidenziato le eccessive vibrazioni, tali da renderne impossibile l’utilizzo. Non si trattava di una questione di sicurezza strutturale, bensì di un disagio concreto per gli spettatori e per i residenti, sottoposti a sollecitazioni e rumori difficili da sopportare. Da allora l’anello è rimasto chiuso, simbolo di una progettazione che non aveva tenuto conto della collocazione urbana dello stadio e delle conseguenze sul quartiere.

L’assessore Cosenza ha spiegato come la posizione del Maradona renda più complessa la convivenza con il tessuto abitativo rispetto ad altri impianti. Tuttavia, esistono soluzioni tecniche in grado di restituire funzionalità al terzo anello, a partire da interventi di irrigidimento della struttura e dall’installazione di sistemi di smorzamento delle vibrazioni. L’ipotesi è quella di consentirne un utilizzo selettivo, limitato alle partite di calcio, escludendo invece i grandi eventi musicali che comportano sollecitazioni più intense.

Le richieste dei residenti e le prospettive future

I comitati “Fuorigrotta vivibile” e “Vivere Fuorigrotta” hanno ribadito i disagi che la zona vive durante le manifestazioni sportive e non. Hanno chiesto garanzie non solo sul tema delle vibrazioni, ma anche su questioni collaterali come la gestione del passo carrabile, la riapertura di via Tanzillo e la riduzione dell’impatto acustico complessivo. Cosenza ha promesso che ogni decisione sarà accompagnata da verifiche approfondite, con il coinvolgimento diretto degli abitanti e dei loro tecnici di fiducia.

Il dibattito si è inevitabilmente allargato al futuro dello stadio stesso. Il contratto con il Calcio Napoli scade nel 2028, anno entro il quale il Consiglio comunale dovrà decidere se puntare su una nuova convenzione, procedere a una vendita o ragionare su un nuovo impianto. Alcuni consiglieri, come Massimo Cilenti, hanno sottolineato l’urgenza di chiarire fin da ora la strategia: investire sulla riqualificazione solo se lo stadio resterà pubblico, altrimenti valutare con attenzione la cessione.

La questione, insomma, non riguarda solo la tecnica ingegneristica ma il destino di un quartiere e di una città che intorno allo stadio ha costruito identità, conflitti e convivenze. Il terzo anello del Maradona, oggi chiuso, diventa così il simbolo di una scelta sospesa tra memoria e futuro.

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